A partire da uno scarto organico già segnato e modificato dall’azione erosiva animale e atmosfe rica una serie di processi trasformativi, la successiva fusione in alluminio e in piombo innesca un processo alchemico trasformativo della materia e un rapporto dialogico tra organico e inorganico, assenza e presenza, leggerezza e gravità cristallizzati in una forma definitiva. Un osso di seppia, recuperato su un arenile, modificato dagli agenti naturali, dalla marea e dagli uccelli che se ne sono cibati, rivela come una narrazione scritta sulla sua superficie un frammento della sua storia. Questo frammento duplicato (piombato) e ricollocato sulla prima fusione in alluminio diventa come una seconda pelle, un dettaglio che emerge dal tutto.